A San Giovanni Lupatoto (VR) riaprono due sale della comunità
Domani alle 20.30 la proiezione di un film a ingresso libero festeggerà l‘entrata in funzione del nuovo proiettore digitale e dell‘impianto acustico del cinema Astra di San Giovanni Lupatoto. La raccolta di fondi tra la popolazione e l‘impegno della parrocchia di San Giovanni Battista, proprietaria della sala, hanno permesso l‘ammodernamento. «E‘ un momento storico, dove ancora una volta la popolazione e la parrocchia e il comune si sono rimboccati le maniche per rimanere al passo con l‘avanzamento della tecnologia», afferma Guglielmo Soave direttore artistico della stagione cinematografica Astra. Quella della sala parrocchiale è una storia di continui interventi di ristrutturazione. «Era il dicembre 1970 quando durante la riunione dei chierichetti, di sabato, qualcuno gridò che il cinema stava bruciando», racconta Ugo Massella, direttore artistico della stagione teatrale dell‘Astra. «Del vecchio cinema, che era disposto in maniera trasversale rispetto all‘attuale, è rimasta solo la nicchia per la macchina da proiezione. Con molta fatica e con una vastissima raccolta fondi, il cinema teatro Astra è rinato dalle proprie ceneri». I volontari più anziani ricordano che nel 1978 il primo film che venne proiettato dopo la ricostruzione seguita all‘incendio fu «Il paradiso può attendere» con Warren Beatty. A quel tempo un gruppo di ragazzi si cimentò anche nell‘arte del teatro. Tra loro c‘era chi scherzava proponendo come nome la «Compagnia del Cinema Arso». Qualche anno dopo, nel 1983, a Torino il cinema Statuto subì la stessa sorte. Quello fu il principio della riscrittura delle norme di sicurezze per i locali in Italia. Ancora una volta il cinema era da sistemare. I lupatotini unirono le forze e riuscirono non solo a metterlo a norma ma a trasformarlo anche in un teatro. «La sala che ricordiamo essere parrocchiale», dice don Lanfranco, parroco uscente, «non assicura solo un servizio ai fedeli ma si può dire che ormai è più sociale». «Infatti», ricorda don Maurizio Guarise, direttore dell‘Associazione cattolica esercenti cinema, «i cinema parrocchiali tecnicamente sono chiamati "sale della comunità" dove ci si incontra e si sta assieme».
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