Sale della Comunità - Percorsi cinematografici
Io sono con te - recensione
di Tiziana Vox


Io sono con te racconta la storia di Gesù da bambino, o meglio quella di Maria: come andò in sposa a Giuseppe aspettando un figlio non suo, come l‘uomo giusto l‘abbia presa in moglie, la nascita di Gesù, i magi, la strage degli innocenti, e così via. Che si potesse trovare qualcosa di nuovo in questa storia era difficile, ma il film ci riesce, spostando il punto di vista dal figlio alla madre.
Maria è una giovanissima ragazza, figlia di pastori, che viene data in sposa al vedovo Giuseppe, già con due figli. La semplicità della donna, o meglio la semplicità con cui la donna sa restare fedele alla propria coscienza e al proprio cuore puro, rendono Maria quella "piena di grazia" eletta, per i credenti, madre del Messia. L‘assoluta libertà di Maria, che la fa capace di amare nel modo migliore, ma anche di trasgredire alcune regole della legge ebraica che considera ingiuste, diventa esempio per il piccolo Gesù.
"E se non fosse un bambino prodigio, quello che cerchiamo – dice uno dei magi nel film (interpretato da Gifuni) - ma se fosse il modo in cui viene cresciuto a renderlo grande?" Questa battuta contiene, in nuce, l‘idea centrale della pellicola di Giudo Chiesa: che sia stata Maria, donna eccezionale, spesso "scandalosa" per la società in cui viveva, a rendere possibile il progetto di Dio.
Il pensiero di Guido Chiesa, d‘altro canto, non contraddice ciò in cui i cristiani credono: Gesù è vero Dio ma anche vero uomo, e in quanto uomo, sembra affermare il film, ha subito un‘educazione; la sua famiglia deve averlo reso, almeno in parte, l‘uomo che è diventato. E per Chiesa il merito è di Maria (per il regista, infatti, a Giuseppe va quello di non aver rovinato l‘opera della moglie).
Attenta alla ricostruzione dell‘epoca storica in cui la vicenda di Gesù di Nazareth avvenne, la pellicola descrive l‘ambiente in cui Maria visse, mostra la condizione della donna in quel mondo e come la protagonista ci si muova al di fuori degli schemi del proprio tempo.
La tesi di fondo è che la libertà e la fiducia che Maria trasmise al figlio, lo resero un uomo fuori dal comune.
Il film, girato in modo da disegnare un orizzonte tutto umano, vive di poche battute, essenziali, racconta l‘obbedienza della protagonista al disegno di Dio con semplici sorrisi, accenna al divino solo in qualche istante, con un riverbero di luce di troppo che compare in un angolo dell‘induadratura, ma che può passare inosservato, con una nuvola e un soffio di vento a indicare il mistero, ma solo per chi crede. Scelta onesta, a detta del regista, perché Maria, nel momento in cui la sua storia si compiva, era pur sempre una donna umanissima, figlia di pastori, che non poteva avere piena consapevolezza di essere, come recita il sottotitolo del film, "la donna che ha cambiato il mondo".
 
 
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 04-FEB-11
 

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