Woody Allen può essere definito un ebreo sui generis e sicuramente originale, ma utilizza una forma comunicativa tradizionale del mondo ebraico: la narrazione. Attraverso il cinema Allen si interroga, fa memoria delle proprie origini, riscopre o critica i valori tradizionali, denuncia ciò che ritiene problematico e mostra che «raccontare storie può salvare». Tutto ciò rimanda alla forza celebrativa della narrazione pasquale - dove attraverso il racconto-memoriale l‘ebreo esce nuovamente dall‘Egitto - e alla potenza guaritrice del racconto che emerge da molte narrazioni chassidiche. Come recepire le narrazioni per immagini che Allen ci propone? Sarebbe riduttivo limitarsi a guardarle e ad ascoltarle: è necessario lasciarsi coinvolgere in un confronto aperto, in cui ciascuno può diventare protagonista, può a sua volta raccontare, domandare, denunciare, proporre, suggerire, criticare... e tutto ciò nel segno di una sana e sottile ironia.
Fabio Ballabio Woody l‘eletto. Ebrei e cristiani nei film di Woody Allen Effatà Editrice, Torino, 2003 ISBN 88-7402-050-3 pp. 160, Euro 15,00
Fabio Ballabio, nato a Cantù (CO) nel 1966 e residente a Copreno (MI), è addetto al Servizio per l‘ecumenismo e il dialogo e segretario della Commissione per l‘ecumenismo e il dialogo dell‘Arcidiocesi di Milano, coordinatore della sezione Ebraismo del Centro Ambrosiano di Documentazione per le religioni (CADR) e membro del Gruppo interconfessionale Teshuvà per la promozione dei rapporti cristiano-ebraici. Redattore del trimestrale di cultura ebraica e rapporti ebraico-cristiani "SeFeR - Studi Fatti Ricerche", ha già pubblicato: Buddhisti in Italia (Bologna 1998), Le religioni e la mondialità. Per una fede capace di ascolto e di dialogo (Bologna 1999), Religioni in Italia. Il nuovo pluralismo religioso (Bologna 2001), Il cielo è qui. La religione cristiana sui sentieri della mondialità (Bologna 1999 e 2002).