Kieslowski, Lars Von Trier, Abel Ferrara, Olmi. Sono i registi presi in esame nel primo volume su "Il cinema delle parabole". Questi registi "hanno tentato in modi molto differenti - spiega Viganò nell‘introduzione - una "trascrizione" di temi e racconti biblici, inventando nuove parabole che richiamano la nostra attenzione e attendono di essere comprese".
Nei contributi analitici di Lloyd Baugh, Filippo Ceretti, Silvio Danese e Luca Finatti, si individua una chiave interpretativa per ognuno dei quattro registi: se nel cinema di Kieslowski la parabola è quella "della prossimità a Dio", in Lars von Trier essa serve ad esprimere il "riscatto dal nonsenso". È "trasgressiva" la parabola di Abel Ferrara, mentre nel cinema di Ermanno Olmi è il "tempo" stesso ad essere inteso "come forma di parabola".
"Avvenire", 16 dicembre 2000
Dario Edoardo Viganò ( a cura di) Il cinema delle parabole (vol. 1) Effatà Editrice, Torino, 1999 ISBN 88-86617-48-8 pp. 128, Euro 7,23
Dario Edoardo Viganò, docente di Teologia della comunicazione presso la Pontificia Università Lateranense e la LUMSA, dirige la rivista di comunicazione "Itinerari Mediali". Presso Effatà Editrice ha pubblicato Essere. Parola. Immagine. (con Daniella Iannotta), La camera oscura. Il cinema tra memoria e immaginario (vol. 1), Cinema e Chiesa. I documenti del magistero.