Malavoglia
di Pasquale Scimeca
All’inizio degli anni Dieci del secolo scorso, Giovanni Verga, che si interessò attivamente di cinema segnalava i Malavoglia come romanzo impossibile da trasferire al cinema. Ma oggi, oltre all’evoluzione del cinema, bisogna considerare che i Malavoglia è un classico della letteratura e in quanto tale è in grado di dialogare sempre col presente. Da questo punto parte Pasquale Scimeca per il suo adattamento, nel quale la saga familiare si incrocia con temi di scottante attualità: il carico di lupini si trasforma così in un carico di esseri umani che cercano di approdare in Italia, e i vinti sono sconfitti da mafia e criminalità organizzata. Eppure il cumulo di disgrazie che si assestano su questa povera famiglia hanno il sapore amaro della tragica normalità. Lo straordinario sta piuttosto nel riscatto finale di Antonio che, quasi in risposta all’illustre precedente adattamento di Visconti, è affidato all’iniziativa individuale, estemporanea o, per dirla con parole grosse, alla volontà di potenza in un’epoca di naufragi delle provvidenze. Alessandro Cinquegrani
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