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Film in Parrocchia
Vita di Pi   versione testuale
Ang Lee
Drammatico
2012


Interpreti: Surai Sharma (Pi Patel), Irrfan Khan (Pi adulto), Tabu (Gita Patel), Rafe Spall (lo scrittore), Gerard Depardieu (il cuoco sulla nave), Adil Hussain (Santosh Patel), Shravanthi Sainath (Anandi), Elie Alouf (Mamaji).


Durata: 127'


GIUDIZIO CNVF: Consigliabile/problematico/dibattiti


Sinossi: Ricevendo a casa un giornalista, Pi Patel rievoca la vicenda di cui è stato protagonista molti anni prima. Il giovane Pi  è cresciuto con la famiglia a contatto con lo zoo paterno, mescolando fin dall'infanzia sogno e realtà. Quando il padre sceglie di vendere lo zoo e di trasferirsi in Canada, Pi ancora non può intuire cosa lo attenderà nelle vastità oceaniche. Di fronte a una tempesta terrificante, la nave affonda, lasciando in breve tempo Pi con un'unica compagna di viaggio: la tigre Richard Parker, l'animale più temuto dello zoo. Pi potrà solo fare affidamento sulla propria intelligenza per poter sopravvivere e convivere con la tigre.


Visto da noi:
Nelle ultime righe del celebre romanzo di Yann Martell Vita di Pi (2001), al quale si ispira fedelmente l'eclettico regista Ang Lee, è il giapponese Okamoto a fornirci la descrizione del personaggio, che, leggiamo, "è stato protagonista di un'incredibile storia di coraggio e di resistenza  in un contesto straordinariamente tragico e difficile. Che io sappia la sua vicenda non ha precedenti. Pochissimi naufraghi possono affermare di essere sopravvissuti così a lungo in mare. Nessuno era in compagnia di una tigre del Bengala". Infatti, hanno fatto insieme naufragio nel mezzo al Pacifico e lottano per sopravvivere. Ciascuno con le loro armi: per il sedicenne ragazzo indiano, quelle della speranza; per Richard Parker, il famelico felino, l'istinto. Ma tra i due si crea una vera alchimia che sfocerà nella più incredibile delle avventure e delle esperienze. Non solo di vita: anche di fede.
Le immagini, bellissime, del regista taiwanese, distillano per un pubblico vasto, eterogeneo e di ogni età, la questione di Dio e il rivolgersi a Lui quando tutto, perché si è alla deriva, sembra perduto. Chi veramente sia Pi, spetta a Ang Lee spiegarlo: "è un adolescente alla ricerca di se stesso, i pericoli fronteggiati gli insegnano che la fede è importante per superare qualsiasi ostacolo. Infatti Pi a un certo punto smette di essere razionale e accetta di farsi guidare da qualcosa che va oltre ciò che è spiegabile in termini razionali. Ed è in quel momento che scopre quanto grande sia la sua fede". La curiosità dell'adolescenza marca il suo avvicinamento ad alcune religioni tradizionali, in tutta la prima parte del film, quella sulla terraferma: "Pi all’inizio si apre agli insegnamenti di diverse religioni e incontra quella cattolica, quella islamica e l'induismo, opponendosi così al razionalismo del padre. Non deve sorprendere, perché in India tutte queste religioni convivono, quindi per il ragazzo è naturale provare il desiderio di conoscerle tutte. Una volta solo, in mezzo al mare e in costante pericolo di vita, si aggrappa agli insegnamenti ricevuti invocando un Dio assoluto, non riconducibile a una religione particolare". Ang Lee schiva il sincretismo spiegando quali sono le ragioni profonde della sua scelta: "Oltre al divertimento, i ragazzi possono scoprire la forza dei valori che sono alla base dell’esistenza umana". Dio è chiamato in causa con la preghiera e con la sfida: mi hai creato, perché ora mi metti così alla prova? È l'interrogativo assillante di Giobbe, che non può avere risposte certe e immediate.



 
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