Olivier Assayas racconta i turbamenti e le incertezze di un gruppo di liceali alla ricerca della propria identità di adulti in una Parigi resa incandescente dalle rivolte studentesche e dalle rivendicazioni politiche e sociali post-sessantottine. I percorsi dei protagonisti, interpretati in buona parte da attori esordienti, si incrociano e si separano a più riprese nel corso della narrazione, così come le loro storie oscillano tra il desiderio di adesione totale all’ideale politico e il tentativo, altrettanto illusorio, di costruirsi uno spazio vitale che sia totalmente libero da condizionamenti. Su tutte spicca in particolare la figura di Gilles, artista in erba, che sperimenta sulla sua pelle il profondo contrasto (di natura non solo estetica ma anche etica ed esistenziale) tra una concezione dell’arte come mero strumento posto a servizio della divulgazione del messaggio propagandistico e un’altra che invece ne impone la libertà e l’assoluta mancanza di vincoli rispetto a precomprensioni e condizionamenti di natura ideologica.

Assayas, già familiare con il tema della giovinezza e del conflitto generazionale, ripercorre e reinterpreta in Après mai le vicende sociali e culturali legate agli anni della sua adolescenza, proponendone una ricostruzione fedele e pienamente riconoscibile. La narrazione, piana e scorrevole, risulta lievemente appesantita dalla lunghezza della pellicola, ma è nel complesso godibile e onesta.

 

Sara Garofalo

 

 

 

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